3 consigli di una logopedista ai genitori

Valentina corona i suoi studi.

Quando ho conosciuto Valentina, non avevo idea di che lavoro facesse.

Una cosa però mi è rimasta impressa fin dai nostri primi incontri: la sua capacità di mettere i bambini a loro agio.

Un pomeriggio sono andata a trovare lei e suo marito Francesco a casa loro per un caffè. Ho portato con me anche mio figlio Noah, che al tempo aveva 4 anni.

Noah solitamente non dà confidenza alle persone che non conosce. Con Valentina, invece, si è “sciolto” dopo pochi minuti.

Ho poi scoperto che Valentina è una logopedista: questa sua naturale predisposizione a comunicare con i bambini l’ha portata ad una professione che non potrebbe calzarle meglio 💛

Regalo alla dott.ssa Valentina da parte di un suo piccolo paziente 🤩

Ho voluto porle la seguente domanda: “Se potessi dare 3 consigli ai genitori dei bambini con difficoltà di linguaggio, quali sarebbero?”.

(Se tuo figlio non ha difficoltà di linguaggio, ti consiglio comunque la lettura perché ci sono spunti utili per tutti i genitori)

Ecco la sua preziosa risposta:

Consiglio #1: Non aspettare troppo prima di intervenire

“Perché dobbiamo esporre i bambini a queste situazioni di frustrazione, quando magari si possono limitare con un intervento?”

Foto di Ron Lach su Pexels.

Consiglierei di evitare di lasciare a lungo i bambini con ritardo del linguaggio in una situazione di stress, data dal fatto che la loro cognizione va più veloce della loro capacità di esprimersi.

Si trovano infatti a conoscere determinati bisogni, emozioni, vissuti che vorrebbero esprimere, però il linguaggio non glielo permette. Allora monta in loro questa frustrazione di non essere capiti, di non riuscire ad instaurare una comunicazione con l’altro.

E quindi vivono una serie di emozioni negative.

Allora mi chiedo: “Perché dobbiamo esporre i bambini a queste situazioni di frustrazione, quando magari si possono limitare con un intervento?”.

L’intervento terapeutico deve essere adattato al bambino: un imparare giocando.

Con i “miei” bambini giochiamo, sì, ma quando faccio capire loro -anche a bambini di tre anni e mezzo- che quello che facciamo è per loro, è per migliorare le paroline e per aiutarli ad esprimersi meglio, sono i primi a voler imparare e a mettersi nella predisposizione tale da cogliere quello che viene loro insegnato.

Un intervento diventa fondamentale nel momento in cui le tappe dello sviluppo linguistico non sono rispettate.

Consiglio #2: Leggere

Non è necessario leggere un libro dall’inizio alla fine, se il bambino non riesce a mantenere l’attenzione per tutto quel tempo.

Foto di Ron Lach su Pexels.

I benefici della lettura sono risaputi, quindi non mi soffermerei a parlarne.

(Ecco qualche consiglio di letture per bambini 3-6 anni, 5-10 anni, preadolescenti e adolescenti, ndr)

Una cosa che ho notato è che i genitori di bambini con difficoltà del linguaggio, o con difficoltà a mantenere l’attenzione, tendono ad arrendersi subito in questa attività, perché i bambini non stanno lì seduti a leggere un libro dall’inizio alla fine.

Non è necessario leggere un libro dall’inizio alla fine, se il bambino non riesce a mantenere l’attenzione per tutto quel tempo.

Quello che consiglio ai genitori è di iniziare leggendo solamente una pagina, due pagine, e poi andare ad aumentare piano piano, finché il bambino arriverà alla sua maturità, e anche l’attenzione aumenterà.

Consiglio #3: Dare tempo al bambino

Quello che si tende un po’ fare è bombardarli di domande perché magari non rispondono subito.

Foto di Barbara Olsen su Pexels.

Bisognerebbe dare ai bambini il tempo di esprimersi, senza sommergerli di centinaia di domande.

Con i bambini con balbuzie, o con ritardo del linguaggio, ma anche con i bambini in generale, quello che si tende un po’ fare è bombardarli di domande perché magari non rispondono subito.

Non si dà loro il tempo di elaborare la risposta a proprio modo e con i propri tempi.

Quindi è importante seguire il tempo dei bambini nella comunicazione che abbiamo con loro. E non i nostri tempi di adulti che sono accelerati. Noi vorremmo tutto subito, vero?

Quando in seduta rallento, e dò lo spazio al bambino, poi il bambino fa uscire i suoi vissuti, le sue emozioni.

Uno dei libri preferiti di Valentina.

Grazie mille Valentina per questi meravigliosi consigli 💙

Per quanto mi riguarda, cercherò di lavorare soprattutto sul terzo 😅 E tu, quale consiglio hai trovato più utile? Fammelo sapere nei commenti!

PS: Vuoi entrare nella comunità Genitori Diversi e diventare la migliore versione di te come persona e come genitore, un passo alla volta? Iscriviti qui 👇



Potrebbero interessarti anche...