3 errori da evitare con i bambini piccoli

Foto di Alexander Dummer su Pexels.

In un precedente articolo avevo chiesto a Lucrezia, educatrice all’asilo nido, quali fossero le sue 3 principali strategie per comunicare con i suoi bimbi.

(Se te lo sei perso, te lo consiglio moltissimo! Puoi leggerlo qui)

Ho trovato i suoi consigli talmente preziosi da sentirmi in dovere di intervistarla nuovamente 😝

Questa volta la mia domanda è stata: “Quali sono gli errori che vedi noi genitori commettiamo più spesso?”.

Ecco la sua risposta (super utile e ricca di spunti di riflessione, come l’altra volta):

Errore #1: Lasciare ai bambini la scelta

Foto di Gustavo Fring su Pexels.

Il bambino non è in grado di fare queste scelte, perché non ha una conoscenza del mondo, non è formato.
Ha bisogno che ci sia un adulto che ha questo ruolo di decidere, avendo abbastanza conoscenze ed esperienza per sapere cosa è meglio per il proprio bambino.

Noi educatrici di asilo nido vediamo spesso il genitore far scegliere al bambino.

Cosa significa? Ad esempio è il genitore che chiede al bambino “Cosa vuoi mangiare questa sera?”, o “Come vuoi vestirti oggi?”.

Insomma diciamo che lasciano molto la scelta al bambino.

Però il bambino piccolo non è in grado di scegliere: ha bisogno che qualcuno scelga per lui, perché quel qualcuno sa cosa gli fa bene.

Quindi, per esempio, il genitore sa cosa è meglio che il bambino mangi per cena: il fatto di fare scegliere a lui crea nel bambino piccolo una grande confusione, perché non ha ancora gli strumenti per fare una scelta.

Lucrezia che si gode una bella giornata primaverile.

Non ha le conoscenze del mondo per poter scegliere cosa mangiare e cosa no, quali pantaloni mettersi e quali no.

Succede quindi che ci arrivano bambini in costume in dicembre, perché il genitore non riesce più a prendere le redini della situazione: nel momento in cui si fa scegliere al bambino, il bambino sceglie.

Ovviamente, quando diventa più grande gli si può dare la possibilità di fare delle scelte, ma queste devono essere ben delimitate dall’adulto: “Preferisci questa maglietta o quest’altra?”. Non “Apri l’armadio e scegli tu come vestirti”.

Il bambino non è in grado di fare queste scelte, perché non ha una conoscenza del mondo, non è formato.

Ha bisogno che ci sia un adulto che ha questo ruolo di decidere, avendo abbastanza conoscenze ed esperienza per sapere cosa è meglio per il proprio bambino.

Errore #2: Proteggere i bambini dalla noia

Il bambino deve annoiarsi. Nel momento in cui il bambino si annoia, è lì che nasce la sua creatività. È in quel momento che comincia a dire “Bene, cosa posso fare?”. E lì comincia magari un nuovo tipo di gioco.

Noto spesso, e lo sto notando maggiormente negli ultimi anni, che non si è più in grado di fare annoiare i bambini.

Si pensa che il bambino, dopo aver passato magari l’intera giornata al nido, non possa stare a casa a far niente.

Lo si porta quindi al parco giochi, a fare la spesa, a fare tantissime altre attività pomeridiane.

Non si dà più la possibilità a quel bambino di riposarsi.

Un bambino piccolo dopo aver passato una giornata al nido è stanco: fa un lavoro enorme a scuola.

Stare al nido vuol dire infatti condividere una persona solo di riferimento con tanti altri bambini, ed essere nella socialità.

Lucrezia durante una gita fuori porta a Napoli.

Quello che si vede spesso è l’esigenza di riempire i bambini di attività: più attività fanno, più bravi sono.

E si è persa così quella che Steiner definirebbe “sana noia”.

Il bambino deve annoiarsi. Nel momento in cui il bambino si annoia, è lì che nasce la sua creatività. È in quel momento che comincia a dire “Bene, cosa posso fare?”. E lì comincia magari un nuovo tipo di gioco.

Se invece si continua a riempire i bambini di una miriade di attività, loro saranno semplicemente “rimbalzati” da una parte all’altra, senza aver mai la possibilità di attingere alla loro forza creatrice, alla loro fantasia.

Passeranno da un’attività all’altra in modo passivo, dal momento che è qualcun altro che le ha ideate e proposte.

Errore #3: Ricorrere troppo al linguaggio verbale con i bambini

Foto di Andrea Piacquadio su Pexels.

Bisognerebbe togliere il più possibile la parola, e stare molto più nel gesto. Perché il bambino piccolo non ha gli strumenti per capire grandi spiegazioni logiche: il bambino piccolo è nel qui e ora.

L’ultimo errore che mi viene in mente è quello di dare tantissime spiegazioni ai bambini: spiegare ogni cosa, e stare molto nella parola.

Bisognerebbe togliere il più possibile la parola, e stare molto più nel gesto. Perché il bambino piccolo non ha gli strumenti per capire grandi spiegazioni logiche: il bambino piccolo è nel qui e ora.

Tendiamo proprio a riempire i bambini, e a spiegare loro tutto quanto per filo e per segno: cosa stiamo facendo adesso, cosa faremo dopo, perché facciamo questo, perché facciamo quello… E ci dimentichiamo che invece magari tutta questa spiegazione per il bambino è qualcosa di totalmente inutile, perché il bambino non riesce a comprenderla.

Quindi quello che noi educatrici tendenzialmente consigliamo anche ai genitori è di stare molto più sul gesto che sulla parola, e di trasformare la parola in azione.

L’azione infatti è qualcosa che il bambino vede: anziché spiegare al bambino perché non deve sbattere il cucchiaino sul tavolo, agisco mostrandogli come impugnare ed utilizzare il cucchiaino, usandolo io stessa per prendere un po’ di yogurt. Il bambino, vedendo l’utilizzo, può capire.

💛

Grazie mille a Lucrezia! Non vedo l’ora di mettere in pratica i suoi consigli con mio figlio Liam.

PS: Vuoi entrare nella comunità Genitori Diversi e diventare la migliore versione di te come persona e come genitore, un passo alla volta? Iscriviti qui 👇



Potrebbero interessarti anche...