3 libri perfetti per i bambini 3-6 anni

Foto di Lina Kivaka su Pexels.

In un articolo precedente Anita, insegnante alla scuola dell’infanzia da ormai 10 anni, ha condiviso le sue principali strategie per comunicare al meglio con i suoi allievi, bimbi dai 3 ai 6 anni d’età.

Questa volta le ho posto la seguente domanda: “Se potessi consigliare solo 3 libri ai tuoi allievi, quali sceglieresti?“.

Ecco come mi ha risposto (🤩):

“Una frase che mi piace molto è “Un libro per bambini è sicuramente anche un libro per adulti“.

Un libro per bambini è sicuramente anche un libro per adulti.

Mi sono spesso trovata a regalare albi illustrati ad amiche o colleghe, perché hanno diversi significati a seconda dell’interpretazione che si può dare nelle varie età.

Selezionare solo 3 libri è stato difficile, tanto è vasta la scelta: in questi ultimi anni la letteratura per l’infanzia ha infatti avuto un enorme incremento, anche con scelte di altissima qualità.

Mi sono concentrata sugli albi direttamente fruibili dai bambini. Ne ho scelti tre diversi in un crescere d’età. Per i 3 anni La chiocciolina e la balena, di Julia Donaldson e Axel Scheffler; per i 4 anni Pezzettino di Leo Lionni; per i 5 anni La grande fabbrica delle parole di Agnès de Lestrade e Valeria Docampo.

Libro #1: La chiocciolina e la balena, di Julia Donaldson e Axel Scheffler

Un po’ tutti ci possiamo riconoscere, nell’ambiente lavorativo o familiare, in questa voglia di rompere gli schemi, di cambiare, di vedere il nuovo.

È l’albo che ho scelto per i bambini già a partire dai 3 anni.

Mi piace perché innanzitutto il testo è in rima, quindi il ritmo è molto cadenzato e attira i bambini più piccolini.

Racconta la storia di una chiocciolina che viveva da sempre in uno scoglio vicino al mare assieme alle sue simili.

Però lei ha un grande sogno: quello di vedere il mondo. Nonostante le altre le dicano “Guarda, tu sei nata qui, e qui devi vivere”, alla fine lei scrive con la bava un messaggio sullo scoglio, che viene accolto da una balena che la porta in viaggio.

Questa parte è molto bella perché un po’ tutti ci possiamo riconoscere, nell’ambiente lavorativo o familiare, in questa voglia di rompere gli schemi, di cambiare, di vedere il nuovo.

Poi c’è il tema dell’amicizia tra esseri molto diversi, già solo per le dimensioni; il messaggio è di non avere paura dell’altro, del diverso.

Iniziano questo viaggio alla scoperta del mondo, che non sempre è facile perché nel mare si incontrano le tempeste, e poi ci sono gli abissi che sono oscuri. Però vedono anche cose meravigliose: c’è quindi anche il tema del viaggio alla scoperta del mondo, nella capacità di stupirsi.

Poi succede un inconveniente: siccome ci sono le moto d’acqua, la balena perde il senso dell’orientamento. Questo passaggio è interessante per affrontare il tema dell’impatto, molte volte sconvolgente, dell’uomo sulla natura.

Quindi la balena si arena, ma la chiocciolina è troppo piccola per poterla aiutare. Va in una scuola, e sulla lavagna scrive che c’è bisogno di aiuto. Da qui emerge l’importanza di saper chiedere supporto, e avere fiducia che gli altri possono aiutarci.

I bambini chiamano i pompieri e gli abitanti del villaggio, e tutti assieme danno acqua alla balena finché la marea non si alza e la balena può ripartire.

Poi c’è il lieto fine, con la chiocciolina che ritorna allo scoglio, e racconta alle altre le meraviglie che ha visto, convincedole così a partire: è bello poter condividere le proprie esperienze con i propri cari, e saperli incuriosire.

Libro #2: Pezzettino, di Leo Lionni

Quante volte ci sembra che ci manchi un pezzo, e non riusciamo a capire bene noi stessi perché vorremmo essere come qualcun altro?

Consiglierei questo albo a partire dai 4 anni, perché sebbene le immagini siano molto semplici, la tematica affrontata è un po’ complessa.

Narra la storia di Pezzettino, che può rappresentare ognuno di noi.

Pezzettino si vede piccolo, e comincia una ricerca per capire a chi appartiene. Si reca da quello forte, quello che vive sulle montagne, quello che vola, e chiede ad ognuno “Scusa, ma io sono un tuo pezzettino, mi hai perso?”.

Però tutti rispondono: non potrei essere il più forte/vivere sulle montagne/volare se mi mancasse un pezzetto!”. Questa risposta ricorrente lo scoraggia.

Alla fine si rivolge a quello saggio, che gli suggerisce di provare a guardare nell’isola Chi sono.

Quando arriva nell’isola dopo un viaggio lungo e burrascoso, Pezzettino inciampa, cade, e va in tanti pezzettini.

Capisce che non è parte di nessuno, è se stesso, ed è fatto di tante parti. Quindi si ricompone, si assicura che non manchi nulla, neanche un pezzettino, e poi ritorna dagli amici. È contento: ha finalmente capito “io sono me stesso”.

Trovo questa lettura molto bella perché descrive la ricerca di sé, che tutti i bambini affrontano. E che affrontiamo anche noi adulti: quante volte infatti ci sembra che ci manchi un pezzo, e non riusciamo a capire bene noi stessi perché vorremmo essere come qualcun altro? Invece siamo semplicemente noi stessi, e dovremmo essere felici per quello che siamo.

Libro #3: La grande fabbrica delle parole, di Agnès de Lestrade e Valeria Docampo

Adoro questa storia perché fa riflettere sull’importanza delle parole: ne usiamo davvero troppe a volte, senza soppesarle.

Racconta la storia di un paese in cui le persone non parlano quasi mai, perché parlare costa.

Ci sono parole più care, che non si pronunciano spesso, altre un po’ più economiche. Ci sono parole che vengono buttate da chi ne ha troppe, e chi non ha soldi invece le cerca nei cassonetti. Poi ci sono parole in offerta, e altre che volteggiano nell’aria e vengono catturate dai bambini con i retini per le farfalle.

È perfetto per i bambini di 5-6 anni, che vengono spinti a chiedersi che cosa sono le parole: le usiamo tutti i giorni, ma non ci riflettiamo spesso.

Poi il tema dell’importanza delle parole: c’è un bambino che non può permettersi molto, e riesce a catturare solo tre parole, che vuole conservare per una persona a cui tiene molto, la sua amica Cybelle.

Cybelle compirà gli anni l’indomani. Gli piacerebbe dirle “ti amo”, ma sono parole che costano una follia. Le tre parole in suo possesso sono “ciliegia, seggiola, e polvere”. Quando si incrociano la mattina nel palazzo si limitano a sorridersi: non possono sprecare parole.

C’è un bambino più ricco nel palazzo, che le fa una dedica lunghissima: “Ti amo con tutto il cuore, mia Cybelle. Un giorno, lo so, noi ci sposeremo”.

Il bambino più povero si scoraggia perché le sue tre parole non dicono niente. Alla fine decide di dirle lo stesso, e le dice in un modo che diventano per Cybelle delle pietre preziose. Sebbene le parole del bambino ricco fossero belle, sono quasi sbraitate, a caratteri cubitali.

Le parole del bambino più povero, invece, sono parole sussurrate col cuore. Lei non ha nessuna parola per rispondere, e gli dà un bacino.

Alla fine c’è una parola che lui aveva trovato nel cassonetto e conservato: “ancora”, che utilizza per ricevere qualche altro bacio.

Adoro questa storia perché fa riflettere sull’importanza delle parole: ne usiamo davvero troppe a volte, senza soppesarle.

E pone anche l’attenzione sul modo in cui le diciamo: se pronunciamo parole bellissime in un modo non adeguato, perdono di significato. Bisogna far combaciare l’atteggiamento con il significato di quello che vogliamo trasmettere.

Grazie infinite, Anita!💚 Inutile dire che non vedo l’ora di leggerli!!!

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