Le 3 colonne portanti di una relazione sana: la storia d’amore di Michela e Nicolò

Foto di Natalie su Pexels.

Conosco Michela da una decina d’anni ormai: siamo state compagne all’università, e abbiamo condiviso il meraviglioso anno di Erasmus a Parigi.

Da prima di incontrarci Michi ha Nicolò come compagno.

Mi ricordo bene la sua trepidante attesa prima dei weekend in cui Nico veniva a trovarla a Parigi, nel dormitorio dove stavamo.

Loro due sono quella coppia che dici: per fortuna che le loro strade si sono incrociate!

Ogni volta che sto con loro, mi trasmettono un senso di pace: possono magari essere in disaccordo su qualcosa, ma non si percepisce mai una tensione negativa tra di loro.

Michi e Nico al loro matrimonio ❤️.

L’idea di intervistarli si è palesata al loro matrimonio, ascoltando le loro “promesse”.

Michela ha esordito dicendo, con una leggera risata emozionata: “Mi sono resa conto scrivendoti queste righe che è da esattamente metà vita che sto assieme a te, 17 anni!”.

E poi ha continuato con queste parole che mi hanno fatto sorridere e, al contempo, riflettere: “Ricordi quando ti ho detto che non è che non mi guardo più attorno da quando sto con te? Mi guardo attorno ogni giorno, non metto il paraocchi. Tu forse c’eri rimasto male, però devo ancora trovare qualcuno che sia meglio di te.”

Poi è stato il turno di Nicolò, e lì non ho potuto trattenere le lacrime. Perché di tutto quello che hanno passato assieme in questi 17 anni, ha ricordato la stessa identica conversazione, confermando che all’inizio non l’aveva presa bene, ma che poi col tempo aveva capito che in realtà doveva esserne felice.

Se non è estrema sintonia questa! 😝

Ho quindi deciso di intervistarli, ponendo ad entrambi la stessa domanda, ma senza che ascoltassero la risposta dell’altro: Quali sono per te le colonne portanti della vostra relazione?

Ecco cosa mi ha risposto Michela:

Nico, Michi e la figlia Matilde si godono una giornata ad Asiago.

Colonna portante #1 (Michi): la fiducia

Fiducia totale, incondizionata.

Che non è tanto avere la sicurezza che l’altra persona non ti tradirà mai con qualcun altro. Non è solo quello.

Ma è il fatto di avere la sicurezza che quella persona ci sarà sempre, che sarà sempre pronta ad aiutarti, e che sarà sempre una spalla su cui contare.

È il fatto di avere la sicurezza che quella persona ci sarà sempre, che sarà sempre pronta ad aiutarti, e che sarà sempre una spalla su cui contare.

Avere fiducia per me vuol dire anche poter essere me stessa: mi fido dell’altro, non mi sento giudicata, e quindi mi sento libera di essere me stessa.

Nico e Michi in vacanza alla Maddalena.

La fiducia in generale si trascina dietro molto altro, perché nel momento in cui tu hai fiducia, hai anche il rispetto e la sincerità. Però tutto parte dalla fiducia.

Colonna portante #2 (Michi): la complicità

La complicità è il fatto di essere sulla stessa lunghezza d’onda.

Avere una visione della vita simile, che non vuol dire uguale, per carità! Sai che noia sennò! (sorride, ndr).

Però capirsi al volo: questo evita tantissime frasi inutili.

Capirsi al volo: questo evita tantissime frasi inutili.

Colonna portante #3 (Michi): il saper ridere assieme

Per me è importantissimo saper ridere insieme, dell’altro, di se stessi, ridere di se stessi assieme all’altro… (ride, ndr).

È importantissimo saper ridere insieme, dell’altro, di se stessi, ridere di se stessi assieme all’altro…

La risata è una componente fondamentale perché abbassa tantissimo lo stress, le tensioni, ridimensiona i problemi; ridimensioni anche te stesso, ti prendi un po’ meno sul serio.

A volte, i problemi nascono perché le persone si prendono un po’ troppo sul serio.

Nico e Michi ad un matrimonio di amici.

Saper ridere con poco, con niente, è un toccasana: una risata ti può cambiare la giornata!

E se riesci a farlo con il tuo partner, sei tranquillo per tutta la vita.

❤️

Ecco invece cosa mi ha risposto Nicolò:

Ho riconosciuto questi tre valori in come Michela si comporta con me: mi sono reso conto che sono importanti, quindi ora li considero anch’io molto di più.

Colonna portante #1 (Nico): il rispetto

Bisogna avere tanto rispetto dell’umore dell’altro, e del tempo anche.

Bisogna riconoscere di che umore può essere il proprio compagno, e vedere se è il caso di lasciare del tempo e/o dello spazio.

Bisogna riconoscere di che umore può essere il proprio compagno, e vedere se è il caso di lasciare del tempo e/o dello spazio.

Rispettare il proprio compagno significa non soffocarlo: ad esempio, se noto che Michela è di cattivo umore, anziché tempestarla di domande tipo “Perché hai le palle girate? Dai spiegami!”, vado via un’ora con Matilde (la loro figlia, ndr) per permetterle di ritrovare la serenità.

Colonna portante #2 (Nico): l’impegno

Nico, Michi e Matilde in gita a Venezia.

Non si può negare che per far funzionare le cose bisogna impegnarsi in due.

Per far funzionare le cose bisogna impegnarsi in due.

Il colpo di fulmine può esistere subito, ma poi ci vuole tanto impegno per mantenersi sulla stessa strada, superando insieme i momenti di difficoltà.

Ad esempio, quando c’è uno screzio o una semplice incomprensione, ci si dovrebbe impegnare subito, con sincerità, a risolvere il problema, a prescindere da chi ha ragione o torto.

Invece a volte i problemi rimangono lì stantii: non se ne parla più pensando che passino col tempo, o vengono risolti superficialmente, della serie “Va bene va bene, hai ragione tu” per evitare di guastarsi la serata.

In realtà i problemi non si dissipano da soli.

Anzi si ha l’occasione, alla discussione successiva, di ritirare fuori il problema precedente.

Se si fatica un po’ di più subito, si è più sereni dopo.

Colonna portante #3 (Nico): la complicità

Se si è complici si riconosce qualsiasi cosa dell’altro.

Dall’umore di cui dicevo prima, a tutto il resto.

Moralmente ma anche fisicamente: quando si è complici ci si rende conto se è il momento di fare quel passetto in più, o se è il momento di stare sul divano abbracciati e basta, ad esempio. Ecco, questa è l’unica parentesi fisica (ride, ndr).

Nico e Michi con la figlia Matilde al loro matrimonio civile.

Bisogna essere complici in tutto, senza star tanto lì a spiegarsi.

Ad esempio: arrivo a casa io per primo, cucino io; arriva prima lei, cucina lei. Se di notte sono andato io da Matilde, la mattina la prepara lei.

Questi accorgimenti vengono tutti in automatico se si è complici, e fanno funzionare tutto, perché poi alla fine non ti pesa niente.

Questi accorgimenti vengono tutti in automatico se si è complici, e fanno funzionare tutto, perché poi alla fine non ti pesa niente.

💙

Grazie mille ragazzi, siete davvero una coppia stupenda!

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